Strade nel mare

GALLERY FOTOGRAFICA DEL PROGETTO

Sezioni tematiche // ph. Luca Chistè © //



PORTO GARBIALDI

L’ANGUILLA

VONGOLE

NATUREDULIS

SCARDOVARI


STRADE NEL MARE | UNIFE





Strade nel mare.
Le coltivazioni dei molluschi e la pesca nel Delta del Po


è una rassegna fotografica realizzata in occasione del Convegno di antropologia visuale «Views 3.0», organizzato dall’Università di Ferrara nel mese di luglio 2021.

Il progetto alterna ritratti di pescatori in bianco e nero a fotografie di taglio documentaristico a colori. Le immagini selezionate per il progetto espositivo, suddiviso in quattro distinte aree tematiche – tenutosi presso l’Ex Teatro Verdi di Ferraranel mese di luglio 2021 - hanno costituito la selezione del più articolato progetto complessivo, costituito da una campagna di rilevazione sul campo, che ha portato alla realizzazione di alcune migliaia di scatti.


Questo lavoro è stato insignito del Premio Nazionale SIAA 2021 indetto dalla Società Italiana di Antropologia Visuale Applicata


Strade nel mare. Le coltivazioni dei molluschi e la pesca nel Delta del Po

Fotografie di Luca Chistè | a cura di Martina Belluto (°)



« È la natura che fa tutto qui. A noi spetta solo gestirla un poco »
( Pietro, 38 anni, pescatore )

Delle molte strade che attraversano la pianura lungo le sponde del Po, quante sono costruite sull’acqua? Quante proseguono nel mare? Osservato dall’alto, il territorio del Delta disegna precise geografie lineari, figure simmetriche che mettono in risalto l’intenzione dell’uomo di addomesticare il territorio; dal basso, invece, lo sguardo diventa evocativo, si perde all’orizzonte e vaga alla ricerca di punti d’appoggio. In questi luoghi, le più recenti tecnologie agroalimentari si mescolano a casolari abbandonati e a lunghe distese immobili e silenziose. Il paesaggio è qui quel “luogo dall’attenzione infinita” di cui parlava Luigi Ghirri in Strada Provinciale delle anime di Gianni Celati (1991), richiamandosi all’impossibilità di delimitare un punto preciso per definire un ambiente, creando così una circolarità della visione che mai si conclude. Eppure, in uno spazio alla visione così rarefatto e sospeso, c’è chi si orienta con una precisa cartografia, lungo tracciati e secondo coordinate che emergono anche dalla superficie delle acque: sono i pescatori e i raccoglitori di molluschi che, dalla Sacca degli Scardovari fino a Porto Garibaldi, passando per Goro e Gorino, lavorano lungo la costa di questa regione.

Strade nel mare mira ad esplorare una realtà la cui identità socio-culturale e ambientale dialoga con quella produttiva, modificandosi nel tempo secondo nuove forme di uso del territorio e modalità innovative di produzione alimentare sostenibile. La mostra, suddivisa in quattro sezioni tematiche, cui corrispondono altrettanti percorsi visivi, vuole essere il tentativo di osservare il paesaggio del Delta a partire dai volti e dalle storie di vita di chi lo abita; di restituire il racconto collettivo di un ambiente plasmato dalle attività produttive ittiche, in particolare dalla filiera legata alla pesca costiera e alla molluschicoltura.

Porto Garibaldi, Mercato Ittico.
Il lavoro dell’uomo è inscritto nei volti dei pescatori che popolano questo piccolo porto marittimo al capolinea della navigazione del Po, dove Giuseppe Garibaldi sbarcò nel 1849. Tra le diverse tipologie di pesca qui praticate, si trova l’allevamento delle cozze, caratterizzato da un laborioso processo di selezione, pulitura e raccolta. Una volta trasportato sulla banchina del porto, al termine della giornata lavorativa, il pescato raggiunge il Mercato Ittico, dove avvengono le attività di regolazione del prodotto tramite l’asta del pesce. Nelle pescherie del porto è facile incontrare anche la tradizionale anguilla, all’occorrenza preparata per essere consumata sul posto.

Copego. I coltivatori del mare di Goro.
Il Consorzio dei Pescatori di Goro è una delle realtà più fertili di acquacoltura in Italia, con 585 soci e un allevamento che si estende per circa 600 ettari nelle acque salmastre della Sacca di Goro. L’attività principale del Consorzio è l’allevamento di diversi molluschi, in particolare della vongola verace filippina (ruditapes philippinarum), una specie alloctona importata in queste acque negli anni ’80. Non si tratta in questo caso di una convenzionale attività di pesca, bensì di una vera e propria “coltivazione del mare”: i soci si occupano di tutto il processo di crescita delle vongole, che sono seminante, spostate ciclicamente da un’area ad un’altra più adatta all’accrescimento e, una volta raccolte, purificate allo Stabulario, un impianto di depurazione tra i più antichi d’Italia. Il lavoro collettivo dei coltivatori d’acqua si interseca con un ecosistema che, come ci raccontano mentre ne percorriamo i tracciati, “va curato, ma cambia continuamente e non rimane mai lo stesso”.

Naturedulis. Ricerca, selezione e nascita del seme.
Naturedulis è un centro di ricerca che si occupa del processo di selezione, di fecondazione e di crescita di diverse specie di molluschi. La ricerca è alla base delle attività promosse dal centro, il quale, accanto alle attività di analisi e consulenza di igiene alimentare, si impegna nella produzione di microalghe selezionate, fondamentali per accompagnare la nutrizione e lo sviluppo delle larve.
Nel centro è presente anche uno schiuditoio del novellame certificato “bio”, nel quale vengono prodotti semi di vongole veraci e mitili indirizzati alla filiera dell’allevamento biologico.

La Sacca degli Scardovari. Geografie sociali del paesaggio.
Chiudono la rassegna le strade nel mare tracciate dagli allevamenti di mitili nella Sacca degli Scardovari. Un esempio affascinante di antropizzazione del paesaggio, all’interno di un ecosistema tanto prezioso quanto fragile. Le storie raccolte dci parlano di un “mare abitato”: un territorio che, all’interno dei suoi tratti naturalistici e morfologici, è socialmente e culturalmente co-prodotto tanto dall’uomo, quanto dalla flora e dalla fauna che lo vive, lo attraversa e lo plasma nella sua singolare bellezza.

 Martina Belluto  / Università di Ferrara / 2021



(°) Martina Belluto (Antropologa, Curatrice)

Si occupa di antropologia visuale e di antropologia della salute applicata ai servizi socio-sanitari.
Ha conseguito un Dottorato in Scienze Umane all’Università di Ferrara con un progetto di antropologia medica legato alle cure intermedie e di prossimità.
È membro di redazione di Tracce Urbane. Rivista italiana transdisciplinare di studi urbani e curatrice delle sezioni “Portfolio” e “Striscia”. Dal 2013 è socia fondatrice dell’Associazione Adriano Eccel per la Fotografia (AEcceL | www.adrianoeccel.it)


COLOPHON RASSEGNA


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Colophon della rassegna esposta all’Ex Teatro Verdi di Ferrara
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